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Caro direttore, in Europa si parla molto di «embargo delle armi a Israele». È uno dei temi ricorrenti sui cartelli delle manifestazioni pro Pal. In realtà è una idea lontana dalla realtà. Israele non dipende dall’Europa per le armi. È vero il contrario. La Germania ha appena concluso un grande programma di acquisto del missile intercettore israeliano «Arrow 3». Arrow 3 è l’incarnazione di un’idea che per decenni è sembrata appartenere al mito del West o alla fantascienza militare: «hitting a bullet with a bullet» («Colpire un proiettile con un proiettile»). Eppure è esattamente ciò che fa: intercetta missili balistici fuori dall’atmosfera, prima che possano colpire un bersaglio o rilasciare una testata. E lo fa con una altissima precisione.
Questa tecnologia nasce negli anni Novanta, quando Israele viene colpito dagli Scud di Saddam Hussein. Viene poi sviluppata guardando alla minaccia iraniana di annientarla con un missile nucleare. Non è quindi un caso se Arrow 3 non è un prodotto «isolato», ma parte di un’architettura multilivello che comprende anche David’s Sling e Iron Dome (che ha protetto il sud di Israele da 30mila missili/razzi lanciati da Hamas, meno pericolosi e precisi). Sistemi diversi, per minacce diverse, pensati per una sola ossessione: ridurre a zero la probabilità che anche un solo missile nucleare passi. Nel film di gran successo di questi giorni A House of Dynamite, viene ripresa l’immagine western di «colpire un proiettile con un altro proiettile» e viene raccontato in modo molto efficace e realistico l’attacco agli Usa di un missile nucleare su Chicago che non viene intercettato dai missili americani. Il dato angosciante che viene citato: il tasso di intercettazione di un missile nucleare sarebbe solo del 61%. È cinema, certo. Ma non è fantasia pura. Quel numero riflette una consapevolezza reale: la difesa antimissile occidentale è imperfetta. E quando si parla di missili balistici, anche un 90% equivale a un fallimento. Basta un solo missile che passa. Soprattutto se si tratta di una bomba nucleare che nel film si stima faccia 10 milioni di vittime a Chicago.
Israele vive da decenni in questa realtà. Hollywood racconta un mondo in cui il 61% è già motivo di angoscia. Israele vive in un mondo in cui anche il 99% non è sufficiente. Per questo sono decenni che investe tecnologia nella intercettazione di missili ed è diventata un leader mondiale. Arrow 3 sembra avere tassi di intercettazione ben più alti del 61% (già vicini al 90) e quindi, mentre Germania acquista Arrow 3 da Israele, gli stessi Usa sviluppano il proprio interceptor in partnership con la difesa israeliana condividendo ricerca, finanziamenti, sensori e integrazione strategica.
La guerra in Ucraina ha improvvisamente aperto gli occhi all’Europa: non siamo protetti dai missili a lungo raggio russi. Non abbiamo scudi credibili. Non abbiamo dottrina. Così accade il paradosso: mentre una parte dell’opinione pubblica europea e i pro Pal invocano l’embargo di vendita di armi a Israele (la stessa Italia ha sospeso nuove vendite di armi a Israele), la Germania firma il più grande contratto militare della sua storia proprio con Israele, per dotarsi di Arrow 3. Così Israele contribuisce alla protezione di un paese responsabile del massacro di 6 milioni di ebrei.
L’embargo europeo sulle armi a Israele fa parte di quella narrativa che, secondo uno studio sulla piattaforma X, ha postato 679.584 messaggi antisionisti e antisemiti su X tra febbraio 2024 e gennaio 2025 che hanno totalizzato 193 milioni di visualizzazioni. E le analisi della provenienza di molte reti bot dimostrano la provenienza da Iran, Malesia e Pakistan, dove sono presenti reti di terrorismo islamico. Questa narrazione — sbagliata e di parte — è esplosa dopo il 7 ottobre e va ben al di là dell’embargo sulle armi vendute a Israele. Per esempio i termini «genocidio» e «apartheid» sono ovunque ma la realtà demografica e sociale racconta un’altra storia. I fatti dicono che nel 1948, durante la guerra arabo-israeliana, c’erano circa 700 mila arabi in «Palestina» (non esisteva, era un mandato britannico). Oggi tra i 2 milioni di arabi israeliani, i 2.8 milioni in Cisgiordania e i 2.3 milioni a Gaza sono 7 milioni. Durante lo stesso periodo, un milione di ebrei sono stati espulsi dai Paesi arabi (chi scrive è un profugo ebreo dalla Libia). E che dire delle «pulizie etniche» degli ultimi decenni ad opera di islamisti nei confronti di cristiani? Per esempio, in Libano negli anni 60, i cristiani erano più della metà della popolazione, poi in gran parte a causa della demografia araba e della immigrazione siriana, oggi sono un terzo ed esiste una diaspora più di 10 milioni di cristiani libanesi. Dove è avvenuta la vera «pulizia etnica»?
L’altra bufala è quella dell’«apartheid». In Israele vivono circa 2 milioni di cittadini arabi pienamente rappresentati in Parlamento. Le donne israeliane hanno livelli di istruzione e parità di genere tra i più alti nel mondo musulmano a livello dell’Occidente.
La narrativa sul problema israelo-palestinese nasconde la realtà degli ultimi 80 anni: i palestinesi e la maggioranza dei Paesi arabi non hanno mai accettato l’esistenza dello Stato di Israele quando anche l’Onu propose «due popoli due stati» e mentre Israele lo accettò, gli arabi entrarono in guerra. Dopo 80 anni di intifada, 30 mila missili da Gaza da Hamas, alla fine anche la maggioranza degli israeliani che credeva nella convivenza con i palestinesi, ha rinunciato e ha votato il peggior governo della storia di Israele.
L’Europa parla di embargo mentre compra Arrow 3. Parla di morale mentre non sa difendersi.
Parla di pace mentre ignora la realtà strategica e finisce, di fatto, per fare il gioco di chi usa il terrore come arma politica.
La narrativa sull’embargo è dello stesso tipo di quella del «genocidio» e dell’«apartheid» che ha catturato centinaia di migliaia di «utili idioti» nelle nostre piazze. «Idioti» perché non sanno nulla di ciò per cui lottano e ignorano per esempio che è la tecnologia israeliana che difende l’Europa e non viceversa. «Utili» sicuramente non ai palestinesi a Gaza, ma al terrorismo islamico in Europa. Il massacro di Nova il 7 Ottobre 2023 non è diverso da quello al Bataclan del 13 novembre 2015.

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